[CcD 1] 01.02 Il linguaggio di Dio

Dissi a Dio che lo volevo, ma che in quel preciso momento desideravo una risposta completa ed esauriente alla mia prima domanda.

Ecco quanto disse Dio:

Comunico anche tramite il pensiero.

Pensiero e sentimenti non sono la stessa cosa, sebbene possano presentarsi nello stesso momento.

Comunicando con il pensiero spesso ricorro a immagini e raffigurazioni.

Per questa ragione, i pensieri sono più efficaci delle semplici parole nella comunicazione.

In aggiunta ai sentimenti e ai pensieri, mi servo anche del tramite dell’esperienza come di un importante sistema di comunicazione.

E in ultimo, quando sentimenti e pensieri ed esperienza si dimostrano tutti un fallimento, mi servo delle parole.

Le parole occupano davvero l’ultimo posto tra i mezzi per comunicare.

Sono le più esposte a essere fraintese, e ancora più spesso a venire male interpretate.

E questo, perché?

A causa di quello che sono le parole.

Le parole sono solo delle semplici espressioni: suoni che stanno per sentimenti, pensieri ed esperienze.

Sono simboli.

Segni.

Emblemi.

Non sono la Verità.

Non sono le cose reali.

Le parole possono aiutare in parte a capire.

L’esperienza consente di comprendere.

Eppure ci sono cose, alcune cose, che non si possono sperimentare.

Così vi ho dato altri strumenti di conoscenza.

E questi vengono definiti: “sentimenti”.

E anche “pensieri”.

Ora la suprema ironia sta qui, nel fatto che si sia data così grande importanza alla Parola di Dio, e così poca all’esperienza.

In effetti attribuite così scarso valore all’esperienza che quando ciò che voi sperimentate su Dio differisce da quanto avete sentito dire su Dio, in maniera automatica scartate l’esperienza e vi ottenete alle parole, mentre sarebbe giusto seguire l’altra strada.

L’esperienza e i sentimenti a proposito di una cosa rappresentano quello che in effetti, e intuitivamente, si conosce circa quella cosa.

Le parole possono soltanto cercare di dare un significato a ciò che si conosce, e riescono spesso a confondere quanto ci è noto.

Sono questi quindi gli strumenti con i quali io comunico, eppure non sono i modi, poiché non tutti i sentimenti, non tutti i pensieri, non tutte le esperienze, e non tutte le parole vengono da Me.

Molte parole sono state pronunciate da altri, in Mio nome.

Molti pensieri e molti sentimenti sono stati promossi da cause al di fuori di una Mia diretta creazione.

Molte esperienze risultano da ciò.

La sfida riguarda il discernimento.

La difficoltà sta nel rendersi conto della differenza tra i messaggi di Dio e i dati provenienti da altre fonti.

La distinzione è una semplice questione legata all’applicazione di una regola fondamentale.

Il Mio è sempre il vostro Più Alto Pensiero, la Più Chiara delle Parole, il Più Grande dei Sentimenti.

Qualunque cosa sia inferiore a questo arriva da un’altra fonte.

Ora il compito di effettuare una differenziazione diventa facile, poiché non dovrebbe essere complicato neppure per un allievo principiante identificare la cosa Più Elevata, la Più Chiara e la Più Grande.

Eppure vi fornirò queste indicazioni.

Il Pensiero Più Elevato è il pensiero che contiene la gioia.

Le Parole Più Chiare sono quelle che contengono la verità.

Il Sentimento Più Grande è il sentimento che voi chiamate amore.

Gioia, verità, amore.

Questi tre elementi sono intercambiabili, e ognuno di essi conduce sempre agli altri.

Non importa in quale ordine siano messi.

Con queste indicazioni è facile stabilire quali messaggi giungano da Me e quali arrivino da un’altra fonte, l’unico interrogativo rimasto è se ai Miei messaggi verrà prestata attenzione.

Alla maggior parte dei miei messaggi non capita.

A taluni perché sembrano troppo belli per essere veri.

Ad altri perché sembrano troppo difficili da seguire.

Una parte viene semplicemente fraintesa e un’altra non viene recepita.

Il Mio più efficace messaggero è l’esperienza, e voi ignorate anche questa.

Ignorate soprattutto questa.

Il vostro mondo non sarebbe nelle attuali condizioni se vi foste limitati a dare retta alla vostra esperienza.

Il risultato, per non aver tenuto in alcun conto l’esperienza, è quello di continuare a riviverla all’infinito.

Poiché il Mio proposito non sarà disatteso, né la Mia volontà ignorata.

Riceverete il messaggio.

Prima o poi.

Non vi costringerò, in ogni caso.

Non vi forzerò mai.

Perché vi ho concesso il libero arbitrio – la possibilità di fare come preferite – e non vi toglierò mai questa possibilità, mai.

E quindi continuerò a inviarvi gli stessi messaggi nel corso del tempo in qualsiasi angolo dell’universo occupiate.

Continuerò a inviarvi i Miei messaggi, fin quando non li avrete ricevuti e tenuti cari, definendoli come vostri.

I Miei messaggi vi giungeranno in centinaia di forme diverse, in migliaia di momenti, attraverso un milione di anni.

Non vi potranno sfuggire se siete davvero in ascolto.

Non li potrete ignorare una volta che li abbiate davvero uditi.

Di conseguenza la comunicazione tra noi incomincerà sul serio.

Poiché nel passato vi siete limitati a parlarMi, a pregare, a intercedere presso di Me, a supplicarMi.

Eppure adesso posso rispondervi, addirittura come sto facendo qui.

Come faccio a sapere che questa comunicazione proviene da Dio?

Come faccio a sapere che non si tratta della mia immaginazione?

Quale sarebbe la differenza?

Non ti rendi conto che proprio con la stessa facilità potrei operare attraverso la tua immaginazione come in qualsiasi altro modo?

Ti darò i pensieri, le parole o i sentimenti esattamente giusti, in un qualsiasi dato momento, adattati in maniera precisa allo scopo in questione, ricorrendo a uno solo, o a diversi stratagemmi.

Ti renderai conto che queste parole giungono da Me perché tu, per tua stessa ammissione, non hai mai parlato con tanta chiarezza.

Se avessi già parlato tanto chiaramente su questi interrogativi, non staresti ponendomeli adesso.

Con chi comunica Dio?

Esistono persone speciali?

Ci sono momenti speciali?

Tutti gli individui sono speciali, e tutti i momenti sono buoni.

Non esistono persone e non ci sono momenti più speciali di altri.

Molti scelgono di credere che Dio comunichi in maniera particolare e soltanto con particolari persone.

Questo esclude la massa della gente dalla responsabilità di udire il Mio messaggio, e ancora di più di riceverlo (che è un’altra questione), e consente loro di accettare la parola di qualcun altro per ogni cosa.

Non vi sentite in dovere di ascoltarMi perché avete già deciso che altri mi hanno già ascoltato su qualunque argomento e che voi dovete ascoltare loro.

Ascoltando quello che gli altri pensano di aver udito dire di Me, voi vi ritrovate a non dover pensare affatto.

Questa è la ragione principale per cui la maggior parte della gente si sta distogliendo dai Miei messaggi a livello personale.

Se riconosceste di stare ricevendo i Miei messaggi in maniera diretta, allora sareste responsabili della loro interpretazione.

E molto più sicuro e più semplice accettare l’interpretazione di altri (anche se gli altri sono vissuti duemila anni fa) che cercare di interpretare il messaggio che potreste benissimo trovarvi a ricevere in questo stesso momento.

Eppure Io ti invito a una nuova forma di comunicazione con Dio.

Una comunicazione a due sensi.

In verità, sei stato tu a invitarMi.

Perché io sono venuto a te, in questa forma, proprio adesso, in risposta alla tua chiamata.

Perché taluni, come per esempio Cristo, sembrano udire meglio di altri quanto Tu comunichi?

Perché taluni sono più fortemente intenzionati a udire.

Vogliono ascoltare e vogliono restare aperti alla comunicazione anche quando essa sembra allarmante, o pazzesca, o del tutto sbagliata.

Dovremmo ascoltare Dio anche quando ciò che sta dicendo sembra sbagliato?

Soprattutto quando sembra sbagliato.

Se pensi di aver ragione su ogni cosa, che bisogno c’è di parlare con Dio? Va’ avanti e agisci in base a tutto quanto conosci.

Ma renditi conto di come ciascuno di voi abbia fatto questo sin dall’inizio dei tempi.

E guarda com’è diventato il mondo.

Risulta evidente che ti sei lasciato sfuggire qualcosa.

Ovviamente c’è qualcosa che non capisci.

E quello che non capisci potrebbe sembrare giusto a te, perché “giusto” è un termine di cui tu ti servi per designare ciò con cui sei d’accordo.

Quanto ti è sfuggito, perciò, apparirà a un primo sguardo “sbagliato”.

L’unico modo per procedere in questo caso è domandarsi: Che cosa accadrebbe se tutto quello che da me è ritenuto “sbagliato” fosse in effetti “giusto”?

Ogni grande scienziato ne è consapevole e quando il suo lavoro non funziona, mette da parte ogni presupposto e ricomincia daccapo.

Tutte le grandi scoperte sono state fatte partendo dalla disponibilità, e dalla capacità, di riconoscere di non essere nel giusto.

Non potrete conoscere Dio fin quando non avrete smesso di dirvi che lo conoscete già.

Non potrete udire Dio fin quando non avrete smesso di pensare di averlo già udito.

Non potrò dirti la Mia Verità fin quando non smetterai di dirMi la tua.

Ma la mia verità su Dio mi viene da Te.

Chi lo ha detto?

Gli altri.

Quali altri?

Capi di stato. Ministri. Rabbini. Preti. Libri. La Bibbia, per l’amor del cielo!

Queste non sono fonti autorevoli.

Non lo sono?

No.

Allora quali lo sono?

Ascolta i tuoi sentimenti.

Dai retta ai tuoi Pensieri più Elevati.

Dai retta alla tua esperienza.

Ogni qualvolta qualcuno di essi differisce da quanto ti è stato detto dai tuoi insegnanti, o hai letto nei tuoi libri, dimentica quelle parole.

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